CHIUSO IL CONGRESSO FUTURE RESPECT 2022, PRONTI PER IL 2023!
Il Congresso ha centrato i suoi tre obiettivi di fondo: trovare convergenze sull’impegno a coinvolgere i Consumatori nella trasformazione sostenibile ottimizzandone i vantaggi; organizzare con le Associazioni dei Consumatori un efficace contrasto al fenomeno della comunicazione fuorviante e ingannevole insieme a una costante informativa per creare consapevolezza e partecipazione; motivare le scelte di acquisto affinché non rimangano vincolate al rapporto prezzo-qualità o alla moda senza la sostenibilità di prodotti e servizi. Insomma centrare l’interesse delle persone nel modo di produrre e governare implementando gli Obiettivi ONU di Sviluppo Sostenibile per il 2030.
Un impegno reso ancora più determinante viste le crisi che travagliano l’inizio di questo terzo millennio: economia della globalizzazione, pandemia, venti di guerra, finanza predatoria, clima e inquinamenti. Crisi che si ripercuotono oggi sulla coesione e l’equità sociale, domani sulla sopravvivenza della vita sul pianeta per le future generazioni.
Nelle tre giornate di lavori si sono succeduti 84 interventi di 37 Imprese, 15 Enti del Terzo Settore, 25 esperti e 7 Associazioni dei Consumatori che hanno messo a confronto esperienze, idee e casi di successo. A latere diversi incontri, diretti e ristretti, hanno avviato una concreta attività d’interazione e networking.
Video e immagini sono pubblicate su consumerLab.it e su future-respect.it.
Nel 2016 il monitor ConsumerLab inserì la parola sostenibilità tra le 10 più ricorrenti nella comunicazione d’impresa. Questa novità stimolò una Ricerca per capire quale innovazione avesse apportato alle strategie di gestione.
A quella Ricerca, pubblicata nel 2017, fu dato il titolo “Sostenibilità sommersa” perché aveva evidenziato… una consistente differenza tra le attività comunicate e gli impatti concreti ottenuti … una poco convincente affermazione della sostenibilità come fattore distintivo dell’attività produttiva … un’irrilevante divulgazione presso Consumatori e una conseguente mancanza di dialogo … in quanto i Bilanci di Sostenibilità non erano rivolti al pubblico ma all’Impresa chi li aveva redatti e agli addetti ai lavori… ignorando le linee guida europee la redazione dei Bilanci di Sostenibilità era impostata con un approccio indifferenziato, valido per tutti, e una metodologia troppo prescrittiva… insomma la cultura della sostenibilità non aveva la dovuta considerazione per improntare con efficacia nuovi stili di vita e diventare asse portante del futuro.
Alla Ricerca dell’anno scorso è stato dato il titolo “Sostenibilità alla sbarra” perché si poneva l’obiettivo di analizzare come e quanto si fossero affermati i criteri ESG nella strategia d’Impresa. Il risultato?… l’impegno per la trasformazione sostenibile è risultato blando e stressato dal marketing… il concetto di Sostenibilità non può essere sintetizzato in uno slogan pubblicitario esaustivo e veritiero… una pubblicità su quattro utilizza (impropriamente) la parola sostenibilità … il fatto che sia un requisito sempre più apprezzato dai Consumatori ne può comportare la strumentalizzazione con superficialità, l’abuso in troppi casi, con una comunicazione fallace, fuorviante (diciamo anche ingannevole) che rischia di oscurarne la vera portata e inflazionarne il significato… é difficile ignorare l’allineamento tra l’artificiosa strumentalizzazione del concetto di Sostenibilità e la disinformazione recata all’opinione pubblica.
La pubblicità ingannevole è un reato, aggravato dall’importanza vitale per il futuro rappresentata dalla reale adozione dei criteri ESG da parte delle Imprese per orientare i Consumatori.
La Ricerca pubblicata per questo Congresso 2022 porta il titolo “Il Metaverso della Sostenibilità” in quanto evidenzia che la situazione non è migliorata; un titolo provocatorio per marcare lo stato ancora abbastanza illusorio e virtuale dell’attuale trasformazione sostenibile.
I Bilanci di Sostenibilità non servono ai Consumatori (sono complicati) e neanche al mondo finanziario (sono inadeguati). Andrebbero redatti, come consiglia l’Europa, con un approccio mirato e identitario, libero da una metodologia troppo prescrittiva.
Diversi colleghi la pensavano diversamente e continuano a pensarlo; le idee degli altri vanno rispettate; comunque ConsumerLab continua a rilevare con analisi quantitative inoppugnabili che i Consumatori non hanno quella cultura della sostenibilità efficace per cambiare il modo consumare e stimolare l’innovazione nel modo di produrre e governare.
I consumatori non partecipano attivamente alla trasformazione sostenibile; non ne percepiscono in pieno i vantaggi.
“La tenacia con cui abbiamo espresso i nostri punti di vista e le nostre opinioni, comincia a dare frutti; chi la pensa come noi si sente più libero di esporsi in una condivisione fino a ieri ritenuta polemica consumeristica”. Siamo sicuri delle nostre proposte e degli obiettivi che proponiamo perché suffragati da numeri e fatti, per questo non è una polemica consumeristica... ha puntualizzato Tamburella, coordinatore di ConsumerLab
La straordinaria audience dei due Congressi, l’attenzione Istituzionale con il patrocinio del MITE – Ministero per la Transizione Ecologica, l’interazione costruttiva con il Mondo Produttivo e con il Terzo Settore sono una realtà.
Oltre a vigilare sulla corretta informazione i Consumatori vanno stimolati ad accertarsi preventivamente se un’attività produttiva rendiconta in un documento chiaro e accessibile il rispetto dei criteri ESG e persegue gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile indicati dall’ONU per il 2030. Le scelte di acquisto non possono rimanere vincolate al rapporto prezzo-qualità o alla moda senza sostenibilità.
ConsumerLab continua la classificazione dei Bilanci di Sostenibilità che parlano chiaro, catalogati su Nexpedia.it (quasi duemila), per individuare le buone pratiche e i casi di successo, che verranno pubblicati per il quinto anno nell’INDEX FUTURE RESPECT. Continua anche a pubblicare confronti tra Bilanci di Sostenibilità anche in collaborazione con il magazine Largo Consumo e le analisi territoriali avviate in collaborazione con Il Piccolo e altre testate.
L’affermazione della cultura della sostenibilità diffusa, alla base del progetto Consumerlab, ha consolidato il suo percorso improntato a monitorare il mercato e a individuare i modi più efficaci per garantire il FUTURE RESPECT.